Alimentazione e integrazione
29 Gen 2022 - Consigli utili
L’argomento integrazione è ormai di uso comune; infatti chi più chi meno si ritrova a supplementare la propria dieta con degli integratori, consigliati nella migliore delle ipotesi dal proprio medico/dietista/farmacista o, purtroppo, da informatori improvvisati quali amici, colleghi, vicini di casa, parenti ecc.
Ma cosa significa integrare? E soprattutto è sempre necessaria un’integrazione?
La normativa di settore è chiara e definisce gli integratori come “prodotti alimentari destinati ad integrare la comune dieta e che costituiscono una fonte concentrata di sostanze nutritive, quali vitamine e minerali, aminoacidi, acidi grassi essenziali, fibre ed estratti di origine vegetale”.
Se quindi si va ad INTEGRARE la propria dieta con tali prodotti vuol dire che in qualche modo sono state accertate le carenze di queste sostanze nutritive, oppure il professionista della salute ha ritenuto, sulla base di segni o sintomi riferiti dal paziente, di prescrivere un’integrazione per correggere delle sintomatologie.
In altre situazioni è quindi necessaria un’integrazione?
Dipende.
Dipende infatti dal tipo di alimentazione, soprattutto in termini di scelte alimentari, e di attività fisica che segue il paziente.
Integrare a priori, senza aver condotto un’adeguata anamnesi alimentare, senza conoscere il ruolo che queste sostanze svolgono nel nostro corpo può essere non solo controproducente quanto dannoso, in quanto si rischia di alterare l’equilibrio endocrino del nostro organismo.
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