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Gestire l’ipertensione con l’alimentazione

6 Set 2022 - Resta informato

Gestire l’ipertensione con l’alimentazione

L’ipertensione arteriosa è una condizione caratterizzata da un aumento della pressione sanguigna oltre i valori considerati normali, nello specifico la massima (o sistolica) uguale o superiore ai 140 mmHg e la minima (o diastolica) pari o superiore a 90 mmHg.

Rappresenta un importante fattore di rischio per la salute in quanto concorre all’insorgenza di importanti patologie cardiovascolari quali, infarto del miocardio, ictus, scompenso cardiaco, malattie renali, ecc.

Dagli ultimi dati emerge che in Italia tale condizione colpisce in media il 33% degli uomini e il 31% delle donne, di cui rispettivamente il 19% e il 14% si ritrovano in una condizione di rischio. I dati tuttavia sono sottostimati, in quanto, essendo questa una patologia silente, tante sono le persone ipertese senza saperlo. Per tale motivo risulta utile un auto-monitoraggio della pressione dopo i 50 anni, soprattutto se ci si trova in condizione di sovrappeso/obesità.

Infatti l’ipertensione è spesso correlata a eccesso di peso e presenza di OBESITÀ VISCERALE.

L’obesità viscerale, espressa da un elevato rapporto fra la circonferenza dell’addome e dei fianchi, è stata definita una delle maggiori determinanti del rischio vascolare. L’uomo rispetto alle donne è più predisposto a svilupparla; tuttavia il rischio aumenta anche per le donne in menopausa, a causa della significativa riduzione degli estrogeni.

A essere pericoloso è proprio il GRASSO VISCERALE che, oltre a immagazzinare l’energia in eccesso, produce sostanze pro-infiammatorie. Queste sono in grado di indurre uno stato di infiammazione generale dell’organismo, contribuendo allo sviluppo di complicanze metaboliche.

Come fare per prevenire tale condizione?

Certamente adottando uno stile di vita attivo e un regime alimentare adeguato.
Studi scientifici hanno dimostrato come la DIETA MEDITERRANEA, ricca di frutta e verdura, cereali integrali, pesce e carne bianca, frutta secca, possa avere effetti benefici non solo sui principali fattori di rischio cardiovascolare ma anche sul decorso della malattia.

Particolare attenzione dovrà essere data all’eccesso di sale (inteso come cloruro di sodio) della dieta, non solo quello aggiunto per insaporire, ma anche quello presente in tanti alimenti conservati (prodotti da forno, cibo in scatola, salumi, formaggi, ecc.). L’eccesso di sodio infatti altera l’equilibrio idro-salino del corpo, con conseguente ritenzione di liquidi, aumento della volemia, aumento della gittata cardiaca e di conseguenza della pressione arteriosa.

L’obiettivo del trattamento dietetico sarà quindi quello di promuovere la perdita di peso corporeo, riducendo il consumo di sodio e di alimenti che lo contengono e aumentando il consumo di quelli ricchi di calcio, potassio, magnesio, al fine di migliorare e stabilizzare i valori pressori.

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