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Steatosi Epatica: ecco gli alimenti alleati del fegato

21 Mar 2024 - Resta informato

Steatosi Epatica: ecco gli alimenti alleati del fegato

La steatosi epatica non alcolica (NAFLD), comunemente conosciuta col termine di “fegato grasso”, è una condizione caratterizzata dall’accumulo di trigliceridi nelle cellule del fegato in una percentuale superiore al 5%.

Si manifesta in genere tra i 40 e 60 anni, con un’incidenza maggiore negli uomini, anche se si sta sempre di più diffondendo tra i bambini, a causa di abitudini alimentari scorrette che prevedono una dieta troppo ricca di carboidrati raffinati e zuccheri semplici, quest’ultimi presenti in merendine, succhi di frutta, snack vari, oltre che di grassi.

È una condizione spesso associata a sovrappeso e obesità e svolge un ruolo cruciale nello sviluppo della resistenza insulinica del fegato a cui fa seguito un aumento della glicemia a digiuno.

Il fegato è il nostro principale organo di metabolizzazione; interviene nel metabolismo di carboidrati, lipidi, proteine, è deputato alla sintesi del colesterolo oltre che della bile e svolge un ruolo cruciale nell’eliminazione delle sostanze tossiche (insieme ai reni è il nostro sistema DETOX).

Questo fa capire quanto sia importante tenerlo in salute e come l’alimentazione sia il suo supporto fondamentale.

La steatosi epatica non alcolica può essere reversibile, applicando delle strategie nutrizionali mirate a migliorare le funzioni del fegato.

Ecco alcuni alimenti indispensabili per supportare il fegato:

  • Verdure amare, come cicoria, cardi, rucola, indivia belga, radicchio, rape, carciofi, tarassaco, ecc., ripassate in padella, in grado si agevolare la produzione e l’escrezione della bile, con conseguente effetto benefico sul fegato. È importante iniziare il pasto a ritroso, partendo proprio dalle verdure;
  • Frutta oleosa, avocado, olio extravergine di oliva, semi di lino, pesce azzurro, fonti di acidi grassi mono e polinsaturi;
  • Aceto di mele biologico non pastorizzato, 1-2 cucchiai in acqua prima dei pasti contribuisce a ridurre la glicemia e i livelli di trigliceridi post-prandiali;
  • Nutraceutici come omega 3, glutatione liposomiale, curcumina, berberina, silimarina, da integrare a seconda dei casi e che possono rappresentare anche un supporto del metabolismo glucidico.

Dott.ssa Anna Maria De Rosa – Nutrizionista
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